AUSER Tuscia è un’associazione per l’invecchiamento attivo che ha nella sua mission la ricerca ed il perseguimento di buone pratiche che favoriscano una età anziana in buona salute e autonomia.
Parte integrante della nostra mission è la memoria delle nostre tradizioni e della nostra storia, sia locale che nazionale. Diretta conseguenza di tutto ciò è la nostra vocazione al dialogo intergenerazionale.
Negli interventi che mi hanno preceduta si è parlato di cultura del rispetto e vorrei partire da qui per una riflessione.
Il nostro territorio ha una tradizione contadina. I ruoli familiari erano rigidi e ancorati alla suddivisione del lavoro: agli uomini i lavori pesanti nei campi e nelle stalle, alle donne i figli, la casa, l’orto e gli animali da cortile. Ognuno al suo posto e direi con rispetto per quel posto.
Naturalmente non è un assetto sociale condivisibile: ci sono state le lotte per l’emancipazione femminile e, anche se la situazione attuale non è ancora ottimale, nessuno vorrebbe tornare a quel modello. Il concetto che volevo esprimere è che alla base c’era il rispetto per il ruolo che ciascuno aveva e che mi sembra essere scemato.
Condivido quanto detto sull’importanza dell’educazione ai sentimenti da parte della scuola. Vorrei andare ancora più a monte: è necessario insegnare ai bambini a riconoscere e gestire le emozioni. Lo devono fare di concerto le famiglie e la scuola.
Se le famiglie non ritengono di essere sufficientemente competenti allora le si può aiutare con le “scuole per genitori” e se si ritiene che queste siano obsolete si studierà qualcosa di più efficace.
Il nodo fondamentale è che per implementare queste strategie non è sufficiente la buona volontà e le giuste competenze. È necessario che chi riveste il ruolo di decisore promuova e sostenga con atti e disponibilità economiche coloro che agiscono.